L'eterna revisione: la perfettibilità dei documenti propri ed altrui

L'editoria elettronica costringe ad un cambiamento di mentalità piuttosto radicale nel modo di concepire le pubblicazioni. Questo purtroppo è l'ostacolo più duro da superare in un ambiente culturale immobilista, libresco, puntiglioso e pedante.

Al contrario della carta stampata, la pubblicazione elettronica deve essere concepita come "scrittura in movimento", come un progetto editoriale che nel corso del tempo prende forma, si corregge, si perfeziona.

Sarebbe assurdo e indice di una mentalità retrograda pretendere di porre in rete un ipertesto solo quando sia, per così dire, il frutto della volontà ultima dell'autore.

L'edizione elettronica si costruisce con il lettore, sia sul piano intellettuale, con uno scambio di idee che modifica la struttura stessa del documento iniziale; sia sul piano pratico, con l'indicazione di piccole o grandi imprecisioni ed errori di stampa:

scripta manent, verba volant, hypertextus volitant.

L'intellettuale non può più nascondere la povertà del suo pensiero dietro la vuota erudizione mascherata da rigore scientifico.

Tutti hanno di fronte agli occhi i personaggi dei romanzi russi, con quanto orgoglio ripassavano a mano con la penna rossa le maiuscole nei registri dell'anagrafe.

E tutti hanno ben presente l'arroganza passatista di tanti tromboni petulanti che sapevano solo beffeggiare chi scriveva "intellettuale" con una elle.

Un modesto elaboratore da pochi soldi è in grado finalmente di disfarsi oggi degli uni e degli altri, relegando la loro sapienza a cose non da animali, ma da piastrine di silicio.

Purtroppo ancora tanti non sono in grado di vedere oltre la calligrafia e l'ortografia del Pensiero.

Affidando queste due ancelle del lavoro culturale a sistemi automatici, sopravviveranno soltanto coloro che si sanno spingere alla morfosintassi delle Idee.

Attualmente si stanno progettando dei sistemi automatici in grado di compiere anche attività di selezione e di ricerca in base ad indici complessi.

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