Il metaplatonismo è una scala verso il (neo)platonismo?

Per individuare le relazioni intercorrenti fra le due strutture che abbiamo analizzato, vediamo questi passi di M. Heim:«Il ciberspazio è qualcosa di più di un progresso nei media elettronici [...]Con i suoi ambienti virtuali e i mondi simulati, il ciberspazio è un laboratorio metafisico, uno strumento per esaminare il nostro senso della realtà. [...]

Per Gibson le entità cibernetiche appaiono sotto il segno di Eros. Nell'esperienza dei personaggi immaginari di Neuromancer la Matrice del computer - il ciberspazio - è un luogo di rapimento e di intensità erotica, di desiderio potente e di auto-sottomissione. Nella Matrice, le cose raggiungono una iperrealtà supervivida. L'esperienza comune al confronto sembra irreale e sbiadita. [...]

La nostra attrazione per i computer è più erotica che sensuale, più profondamente spirituale che utilitaristica.

Il fascino del computer è più che utilitaristico o estetico: è erotico [...]

L'eros del ciberspazio deriva in ultima analisi dalla struttura ontologica ipotizzata [...] da Platone. La metafisica platonica ci aiuta a chiarire il legame tra l'Eros e le entità computerizzate [...]

Solo un breve passo filosofico separa questa nozione platonica di conoscenza dalla matrice delle entità ciberspaziali. [...]

[...] vi è una continuità ontologica sotterranea che collega la conoscenza platonica delle forme ideali al sistema informativo della Matrice. [...] Ambedue gli approcci cognitivi dapprima estendono e poi rinnegano l'incarnazione fisica della conoscenza. In ambedue l'Eros stimola gli uomini a superare l'ostacolo della "carne", concentrando la propria attenzione su ciò che attrae la mente sul piano formale. Come i platonici e gli gnostici nel corso dei secoli hanno ribadito, l'Eros ci guida al Logos [...]

L'educazione deve indirizzare i desideri verso gli aspetti logici, formalmente definiti delle cose. Se educato nel modo appropriato, l'amore guida la mente verso gli aspetti ideali, mentali delle cose.

Il ciberspazio è il platonismo realizzato.

Il cibernauta seduto davanti a noi, collegato a dispositivi di input, sembra, e di fatto lo è, perduto per questo mondo. Sospeso nello spazio computerizzato, il cibernauta lascia la prigione del corpo ed emerge in un mondo di sensazioni digitali.

Questo platonismo è, però, del tutto moderno. Invece di emergere in un mondo di puri concetti, privo di sensazioni, il cibernauta si muove tra entità che sono ben formate in un senso speciale.

Gli oggetti spaziali del ciberspazio provengono dai costrutti dell'immaginazione platonica non nello stesso senso in cui i solidi perfetti o i numeri ideali sono costrutti platonici, ma nel senso che l'inFORMazione nel ciberspazio eredita la bellezza delle FORME platoniche. [...]

La nozione di Forme ideali in Platone ha il fascino di un sogno perfetto. Ma questo sogno antico è rimasto etereo, un panorama di generi e generalità, finché l'hardware per la ricerca delle informazioni non è venuto ad aiutare la mente nella sua ricerca della conoscenza. Ora, con l'aiuto della matrice elettronica, il sogno può incorporare i più piccoli dettagli dell'esistenza. Con una infrastruttura elettronica, il sogno delle FORME perfette diventa il sogno della inFORMazione. [...]

Il platonismo moderno ha aperto le porte della comprensione verbale-spirituale ad esperimenti concreti effettuati nello spazio e nel tempo empirici. [...] La matematica ha trasformato l'osservatore intelligente da contemplatore a calcolatore.»[1] Appare evidente quindi l'esistenza di una relazione fra la filosofia platonica e l'ontologia del Ciberspazio.Occorrono però delle precisazioni.Alla luce di quanto visto sopra, il Ciberspazio si colloca nella struttura dell'ontologia platonica al livello degli enti matematici, livello al quale appartengono anche, come si è detto, le anime in generale.Infatti il Ciberspazio può essere considerato come il luogo degli enti formalizzabili e gestibili attraverso procedure matematiche e nello stesso tempo come il luogo dove avvengono le transizioni dei naviganti (per così dire, delle anime).

Questo livello, per Platone, è il luogo degli enti «intermedi» fra il sensibile e il soprasensibile (anche in questo senso quindi il Ciberspazio è un Intermondo, un Metakosmion), e può essere colto attraverso la di£noia, la conoscenza mediana.

Se secondo Heim il Platonismo moderno guadagna la matematica, secondo la nostra interpretazione esso piuttosto perde la dialettica, visto che la matematica è contemplata nel sistema dei gradi di conoscenza illustrati nella Repubblica, e precisamente al livello della di£noia, oltre, al di sopra della quale si trova la nÒhsij, cioè la conoscenza dialettica.

La struttura ontologica del Ciberspazio sembra dunque essere al di qua del platonismo, in un certo senso in mezzo alla struttura ontologica del platonismo, e per questo sta alla base di un metaplatonismo.

Che cosa manca a questo platonismo?

Già arrivati nel mondo intelligibile, manca da percorrere la seconda via di cui parla Plotino: coloro che ci hanno già posto il piede devono quindi procedere in modo da raggiungere il limite ultimo di quel mondo: il viaggio è finito quando essi arrivano al sommo dell'Intelligibile.

I naviganti sono sulla soglia di quel mondo, una soglia così tanto estesa che ci si può vagare per anni, forse per sempre, senza salire i successivi gradini della scala che porta a cogliere non le informazioni sparse, ma le loro strutture, le loro forme, e dalle forme i principi delle forme che ci fanno cogliere quelle come un tutto, un tutto che è nella parte che è nel tutto.



1 M. Heim, Ontologia erotica del Ciberspazio, in AAVV, Cyberspace, a cura di Michael Benedikt, Muzzio Nuovo Millennio, pp. 63-71

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