L'uso massiccio della posta elettronica e dell'editoria multimediale sembra poter realizzare in modo più completo quel concetto di "Repubblica delle lettere" attribuita al Settecento così come lo intende Giulio Ferroni:
[Sotto il termine di letterati] sono compresi tutti coloro che producono testi scritti: alle "lettere" non appartengono soltanto quelle che per noi di solito sono la letteratura e la poesia, ma l'intero ambito della conoscenza, che si comunica essenzialmente attraverso la scrittura ed entra così in una discussione di respiro internazionale [...] la moderna "repubblica delle lettere" mantiene così i caratteri universali della cultura latina medievale e umanistica; ma questi caratteri hanno ora un senso molto diverso, poiché sono innervati da una volontà di confronto e dissenso (oltre che di concretezza) prima sconosciuta.
Un'intensissima attività epistolare consente rapporti diretti e continui tra i dotti europei: la lettera è ora strumento essenziale di informazione e di dibattito [...]»[1] Si deve però tener conto di due importanti differenze:in primo luogo "la Repubblica delle Lettere" settecentesca cominciava a delinearsi proprio in un'epoca che stava per tracciare confini sempre più precisi fra gli ambiti di scienze diverse, mentre la nuova "Repubblica delle Lettere" sembra nascere all'insegna della ricomposizione delle Scienze;
in secondo luogo, strettamente connesso al primo, le pubblicazioni e gli scambi epistolari non erano tutti accessibili a tutte le persone, in poche parole, non erano concepiti come un tutto, raccolti in un ricettacolo paragonabile all'odierno Ciberspazio.