Cybersex

Questi ultimi decenni sono indirizzati in campo sessuale verso una sempre maggiore separazione fra la funzione riproduttiva e ilo piacere: da un lato gli studi accompagnati dal dibattito etico per procreare indipendentemente dall'atto sessuale, per motivi che vanno dalla patologia (malformazioni,. sterilità) alla fobia eterosessuale (coppie omosessuali, ricorso di donne sole alle banche del seme, gestazione maschile); dall'altro lato i consueti metodi anticoncezionali affiancati ora a nuovi fenomeni che si potrebbero riassumere sotto il nome di sex without secretions: macchine di piacere, moltiplicazione dei ruoli, sesso a distanza, come nell'esperimento su rete fra Colonia e Parigi di Stenslie e Woolford denominato Cyber Sado Maso.

Questa separazione è stata identificata da uno studioso di nuove tecnologie come Caronia «solo nella fase più tarda delle società industriali».[1] Ma un'affermazione del genere rischia di appiattire lo spessore del problema e di fuorviare la riflessione filosofica su di esso.Innanzitutto, l'asserzione è estremamente riduttiva, perché non tiene conto di una realtà molto più complessa: è nota a tutti infatti la pratica della sodomia nell'India antica, l'introduzione dell'amore greco nell'Ellade da parte dei citarodi Thamyris e Orfeo, l'opposizione, sempre in Grecia, fra l'età mitica che vede la prolificità come un dato comune: cinquanta Nereidi, cinquanta Danaidi, cinquanta figli di Egitto, orgoglio di Niobe per i suoi dodici figli, e l'età storica che ci attesta invece nuclei familiari composti al massimo di cinque o sei componenti.

Dagli esempi portati, si vede come questa separazione si manifesti piuttosto in quei momenti in cui le civiltà si interrogano sul significato del corpo e sul significato dell'anima.

Dunque, si deve distinguere forse fra civiltà che dicono: sangue del mio sangue, dove le due funzioni si sovrappongono, e civiltà che dicono: spirito del mio spirito, dove sono separate.

E questa sembra appunto la tesi di Gardin[2] , che afferma: «Ci siamo scardinati, in questo modo, da una fisicità che ottenebrava la nostra capacità di vedere il sesso nella sua totalità"; "questo rappresenta uno slittamento di paradigma analogo a quello copernicano: noi non siamo più il centro, il centro è il concetto di sesso in sé.»

In questa prospettiva, si porta il sesso fuori del corpo per capire meglio il sesso.

Vi sono però dei possibili rischi. Il principale è che si arrivi ad una frattura della personalità umana, che veda la mente come il luogo dell'anima etica, il luogo della scelta e della responsabilità ed il corpo come il luogo dell'anima volubile, dell'incoscienza, della sfrenatezza.

Fin che non si riuscirà ad affermare con forza la rivoluzione Plotiniana che non vede più il corpo come il carcere dell'anima, considerando quindi l'anima nel corpo, ma vede invece il corpo nell'anima; che non abbassa quindi l'anima al livello del corpo ma innalza il corpo verso i luoghi dell'anima, la sessualità all'interno o all'esterno della famiglia non sarà la causa di cattive filosofie e di religioni corrotte, bensì l'effetto.



1 Virtual n. 7 p. 38

2 Virtual n. 7 p.40

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