Il Cyberspace è un luogo che si costruisce attraverso le sue mappe, è un luogo dove la mappa e il territorio si sovrappongono, si scambiano, hanno la stessa natura.
La copia digitale dei manoscritti della Biblioteca Vaticana potrebbe trovarsi fisicamente in un sito Statunitense e si potrebbe giungervi logicamente attraverso un elenco di Musei e Biblioteche fornito dall'Università di Berlino, da una pagina di prova di un utente francese, da un centro di studi umanistici di Ginevra.
Nell'immenso calderone di informazioni del Cyberspace il dove è una delle domande fondamentali che si pone il navigante.
Se il Cyberspace fosse destinato al semplice immagazzinamento di dati, tutto il sistema rischierebbe la morte termica, all'informazione si sostituirebbe progressivamente il rumore bianco.
Per trovare le informazioni ci si deve quindi affidare a degli indici che ci conducano nel luogo (non geografico, ma concettuale), da noi desiderato.
Uno di questi sistemi è costituito da una struttura ad albero che va dal generale al particolare, attraverso salti consequenziali.
Se ad esempio si cercano le Enneadi di Plotino, si dovrà fare il percorso: Filosofia-Filosofia Antica-Neoplatonismo-Plotino-Enneadi.
Evidentemente vi sono delle gravi difficoltà: in primo luogo si devono avere le idee chiarissime su ciò che si cerca, in secondo luogo bisogna sperare (e la speranza è spessissimo delusa) che l'autore dell'albero usi dei criteri logici rigorosi, in terzo luogo, con un sistema del genere si può accedere quasi esclusivamente alla denotazione dell'oggetto cercato, quasi mai alle sue connotazioni: sarà facile arrivare a pulce attraverso il percorso: Animali-Insetti-Afanitteri-Pulci, ma sarà folle pensare di arrivarci attraverso Letteratura-Letteratura Italiana-Vincenzo Marino-Opere-Pulce (alludo alla pulce sulle poppe di bella donna).
Per ovviare a questo ultimo inconveniente, si può usare un altro tipo di indice, non gerarchico, che porti direttamente nei luoghi dove si trova il termine desiderato.
Anche in questo caso ci sono delle difficoltà, in primo luogo perché la ricerca viene fatta generalmente soltanto sui titoli o sulle prime quattro o cinque righe dei documenti, in secondo luogo perché sfuggono alla ricerca tutti i sinonimi, iperonimi ed iponimi.
Le due modalità prese in considerazione sono dunque entrambe utili ma insoddisfacenti, proprio perché non sembrano ancora capaci di avvalersi della Dottrina della Partecipazione delle Idee.
In sostanza, quando la Scienza comincerà a comprendere che il nodo di Gordio del Pensiero Umano consiste nel risolvere questo interrogativo lasciato aperto da Platone: dove sono le Idee, quanto distano i loro centri e le loro periferie e come sono disposte fra di loro, avrà un lume nella mano ed un filo di Arianna tanto robusto da non spezzarsi più ad ogni spigolo del labirinto tenebroso in cui si è aggirata finora cercando alla cieca per tornare sempre sui suoi passi.
Mai come ora, dai secoli della Controriforma, si era capito (come Platone, Plotino, Cusano e Raffaello) che il Pensiero è Numero e Spazio.
E se tutti i tentativi di costruire una Matematica e una Geometria delle Idee sembrano essere falliti miseramente [1] , si deve anche tenere conto che tali tentativi si sono sempre limitati a "sommare", "sottrarre", "moltiplicare", "dividere", "includere" ed "unire" le Idee, sviluppando su di esse i soli rudimenti dell'Aritmetica.
Ma come la geometria euclidea non è sufficiente a rendere conto della complessità del reale, così lo studio della Topologia delle Idee deve superare quei primi rudimenti e chiedersi non più soltanto, come l'ottimo Leibniz, se l'uomo (6) è animale (2) razionale (3) come 2*3=6, ma che cosa significhi calcolare l'integrale della funzione uomo(animale, razionale) (!).
La Geometria delle Idee è una geometria frattale, come sembrano dire, ma quasi con estremo timore, implicitamente, gli epistemologi e i filosofi del calibro di E. Morin.
Fortunatamente la logica sfumata sembra abbracciare e comprendere, formalizzando questa meravigliosa struttura complessa.
Sono convinto però che solo quando i logici e i matematici avranno non solo l'intuizione ma la piena consapevolezza che questa ricerca affonda le sue radici nel platonismo e, forte della frescura del platano di Fedro, della danza delle grazie attorno alla Primavera, sapranno di essere sulla soglia di un Nuovo Umanesimo.