Come vedremo, il tentativo di conciliare l'unità con la molteplicità parte da Anassagora (per certi aspetti, da Empedocle) e giunge ad Edgard Morin raggiungendo il suo punto più alto con Platone.
La domanda "come l'unità si rapporta alla molteplicità?" ha prodotto le Idee di Democrazia, Tolleranza, Proporzione e Bellezza.
Chi ha voluto vedere in Platone le radici del totalitarismo, significa che non ha capito affatto che la filosofia di Platone non afferma né nega, ma dà cenni.
Premetto che qui analizzeremo gli enunciati dei filosofi senza tener conto della loro portata teoretica, ma in modo molto breve ai fini del nostro ragionamento principale.
La filosofia di Anassagora, come quella di Empedocle, nasce per dare una risposta al monismo sterilizzante di Parmenide: se solo l'essere è, come possono essere i fenomeni?
Ecco che Anassagora attribuisce le qualità dell'essere parmenideo alla molteplicità delle omeomerie.
egli afferma che tutto è in tutto, ma in gradi diversi, e questo è forse il sigillo dell'Atene del V secolo, della democrazia di Pericle e dello Zeus di Fidia, gli amici del filosofo.
Dai frammenti pervenutici sappiamo che egli poneva come causa dell'ordine delle omeomerie ilnous, ma non sappiamo in che modo esso agisse, insomma, per noi in nous nn è operativo perché non ne possiamo ricavare un metodo per stabilire come l'unità si relazioni alla molteplicità e viceversa.
Platone sembra dare una risposta soddisfacente a questa domanda attraverso la teoria della partecipazione delle Idee, della quale parleremo più avanti.
Lo strumento di cui si serve Platone è la dialettica: la scienza per mescolare molte cose in unità e di nuovo scioglierle dall'unità in molte.
Essa consiste di due procedimenti, uno ascendente ed uno discendente.
La prima forma, sinottica, consiste nel ricondurre ad un'unica idea, cogliendo con uno sguardo d'insieme le cose disperse e molteplici allo scopo di chiarire, definendo ciascuna cosa, intorno alla quale di volta in volta si voglia insegnare.
La seconda, diairetica, consiste in senso opposto nel saper dividere secondo le Idee, in base alle articolazioni che hanno per natura, e cercare di non spezzare nessuna parte, come invece suole fare un cattivo macellaio.
Dell'applicazione del metodo dialettico Platone dà degli esempi nel Sofista, nel Filebo e nel Parmenide ma nelle dottrine scritte, non dà una mappa della struttura ontologica delle Idee (mappa che costituisce l'oggetto e il fine della nostra ricerca!) proprio perché la dialettica è un metodo dialogico e vivo.
Per Plotino ciascuna Idea è in un certo senso tutte le altre Idee, dato che lo Spirito è uno-molti, unità molteplice e molteplicità una; Proclo applica alla sua dialettica il principio «tutto in tutto secondo una maniera appropiata».
Nei secoli successivi quanto Platone aveva affermato in rapporto al mondo soprasensibile, trova delle applicazioni anche per l'approccio con il mondo sensibile.
Fra le altre molte cose, vogliamo porre l'attenzione sull'Arte della Memoria, che trova le sue radici storiche attestate nel poeta Simonide, la sua giustificazione teoretica appunto nella reminiscenza platonica (conoscere è ricordare) e applicazioni di vario genere.
Meraviglioso è il passo di Sant'Agostino dove dice: "Et venio in campos et lata praetoria memorie", dove egli vede e sente oggetti ed emozioni ordinati per stanze all'interno della sua anima.
Arte della memoria che ebbe poi, a mille anni di distanza, uno sviluppo strepitoso durante il Neoplatonismo, dove la memoria era appunto lo strumento migliore per conoscere il mondo, il luogo dove raccogliere la molteplicità, e il teatro di Giulio Camillo è forse l'esempio più bello.
Il teatro di Giulio Camillo è una raffigurazione da memorizzare dove, ripartiti secondo ordini astrali e cabalistici, si trovano tutte le Idee Superiori.
La grandezza di questa costruzione sta nella rappresentazione mnemonico-visuale tutta compresente.
Il metodo dell'Ars Memoriae è stato recentemente applicato in un CD-ROM dove a ciascuna parte della facciata della Chiesa di San Giovanni è stato associato un argomento del Vangelo.
Un metodo del genere, che permetta di avere una tavola sinottica di tutti gli argomenti è, come si vedrà, molto migliore dei normali metodi ipertestuali.
Più recentemente, il sogno platonico di definire la mappa delle Idee è stato assunto da Leibniz, sostenendo che chi avesse ridotto Platone a sistema avrebbe reso un grande servizio all'umanità. Egli, benché sia fallito il suo progetto di ridurre il ragionamento al calcolo, ha comunque gettato le basi della logica moderna, scoprendo che tutti i numeri possono essere rappresentati secondo la successione di due sole cifre, lo 0 e l'1.
Finalmente nella nostra epoca, quasi seguendo un movimento triadico novalisiano, si è recuperata l'affermazione iniziale di Anassagora forte però di tutti i secoli trascorsi, così l'indistinto e originario tutto in tutto, dopo la perdita dei secoli bui (secondo altri, dei secoli illuminati), è stato ritrovato potenziato da una superiore consapevolezza: il tutto è nella parte che è nel tutto.
Il luogo delle Idee è uno spazio frattale. Le Idee sono ologrammi.
Alla luce della Nuova Scienza, forti dei concetti di autosomiglianza, ricorsività e ricorsione, strange rings, si può capire meglio che cosa intenda Platone quando dice che la Città è l'Uomo in grande e l'Uomo è la Città in piccolo.