Il luogo delle informazioni

Questa macchina di pensiero costruisce un luogo delle informazioni, uno spazio informativo, dove vengono a depositarsi i messaggi, i testi, gli oggetti immateriali prodotti dai naviganti e dove transitano i naviganti alla ricerca di queste informazioni.

Per analogia con quanto teorizzato dallo scrittore di fantascienza W. Gibson in Neuromancer del 1984 e in altri suoi libri, questo luogo è stato denominato Cyberspace.

Però, il Cyberspace da lui concepito ammette il programma riduzionista, secondo cui le proprietà cognitive dell'intelligenza animale possono essere ricondotte alla neurofisiologia, questa alla biologia cellulare e così via fino ad arrivare ai quark e ai leptoni;

ammette l'esistenza inoltre di una Intelligenza Artificiale Forte, secondo cui l'intelligenza e la coscienza umana sono spiegabili in termini algoritmici, con un gran numero di regole e procedure.[1] Dato che noi, secondo i paradigmi della nuova filosofia, non accettiamo questi postulati per l'oggetto del nostro studio, lo denomineremo Cyberspace per convenzione, proponendo timidamente per esso il termine: Metakosmion, con cui Epicuro designava lo spazio che separa mondo da mondo, nel quale può avvenire la formazione di nuovi mondi e che costituisce per lui la dimora degli dei.

Il termine evidentemente è scherzoso, ma coglie alcuni aspetti del Luogo delle Informazioni.

Il Cyberspace è infatti tutto ciò che si trova al di là dello schermo di un computer collegato in rete.

E' quindi uno spazio virtuale fra due o più entità, mondi reali, dove per virtuale si intende esattamente ciò che ci è offerto da uno specchio: uno spazio che possiamo percepire e di cui possiamo ragionare come se fosse reale, ma di cui cogliamo l'illusorietà o attraverso un ragionamento ("l'immagine non è l'oggetto") o attraverso un caso accidentale (sbatterci la testa contro!)

Oltre ad essere il luogo delle informazioni intese come immagini di ciò che è accaduto nel mondo reale, il Cyberspace è anche il luogo delle simulazioni e dei progetti, ed in questo modo diventa, come in Epicuro, un luogo dove avviene la creazione di nuovi mondi reali.

Secondo la teoria di Shannon, tutte le informazioni possono essere ricondotte ad una successione di 0 e 1, sono cioè omogeneizzabili e pertanto possono costituire un tutto.

D'altro canto le informazioni hanno un senso soltanto se sono diverse le une dalle altre: un sacco di riso contiene meno informazione di una scacchiera con i suoi trentadue pezzi.

Ecco allora che il Cyberspace può essere concepito, anche da questo punto di vista, come un tutto costituito da una molteplicità di componenti in reciproca relazione.

Però non è sufficiente dire che esiste una relazione di tutto con tutto, bisogna poter dire qual è la relazione esistente fra le parti.



1 Cfr. Tim McFadden, Note sulla struttura del Ciberspazio, in AAVV, Cyberspace, a cura di Michael Benedikt, Muzzio Nuovo Millennio

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